Venerdì 12 novembre, una giornata carica di tensione, per i Moschettieri della Baracchina, ma che alle 13 è svanita grazie ad una buona notizia, così io, Mauro ed Ermanno abbiamo deciso di festeggiare nel modo che più ci piace … una buona mangiata da Ermes, erano mesi che ne parlavamo e questa era proprio l'occasione per andare a trovare l'amico Ermes e la moglie Bruna.
Saranno passati circa due anni dall'ultima volta che ho mangiato in quel locale che frequento dal'69; in quel periodo, lavorando a Modena, non passava settimana senza che non andassi dall'amico Rinaldi, il locale, allora aveva una cucina più piccola, il banco bar più grande ed apriva al mattino, dispensando ai clienti colazioni abbondanti e particolari, gnocco, frittelle di baccalà , vino e caffè; a mezzogiorno i soliti turni per mangiare, ma verso le tre il locale da trattoria si trasformava in Osteria, arrivavano nuovi avventori, si sedevano ad un tavolo dopo averlo sparecchiato ed iniziavano a giocare a carte. Tra loro tanti conoscenti persi per strada: al Pittor, al Professor, Giorgio, Baran e Pompa, il mitico Pompa, bagnino della piscina (allora c'era solo la Dogali), chi, tra noi meno giovani, non conosceva Pompa, un signore piccolo, tarchiato con una forza inusuale, che quando non rispettavi le regole della piscina (non correre, fare la doccia prima di entrare in acqua ecc.), ti arrivava con dei cricchi in testa o delle noci sulle spalle che ancora mi ricordo il dolore; e qui, questo manipolo di affezionati rimaneva sino all'ora di cena, giocando discutendo ed imprecando su una carta sbagliata, per poi lasciare il posto a nuovi avventori che cenavano per poi riprendere il solito tran tran, carte, discorsi politici, sportivi o filosofici.
Allora il locale era gestito dalla cuoca Bruna, dall'oste Ermes e da tutti noi che ci improvvisavamo camerieri, pronti a sparecchiare ed apparecchiare se volevamo mangiare; quante volte il caro Giorgio si improvvisava barista dispensando caffè ed ammazzacaffè agli avventori che avendo finito di mangiare, non aspettavano altro per lasciare il posto a nuovi clienti.
Da Ermes la privacy non esisteva, anzi l'oste riusciva ad amalgamare tutti, tutti uniti per un buon pasto, così sconosciuti venivano accumunati ad altri nello stesso tavolo, il menù diventava unico come il conto o il bere, e di conseguenza i discorsi, tanto che dopo poco potevamo essere scambiati per amici di vecchia data.
Mi ricordo che alla parete della sala c'era un cartello con una freccia, una specie di orologio dove i clienti segnavano l'umore dell'oste (buono chiacchierone, incazzato, o cose simili), così che avremmo saputo come approcciarci con Ermes.
Caro Ermes conosceva e conosce tutti i suoi clienti e con un BAGIAN ti richiamava subito all'ordine. Quanto tempo è passato e quanti aneddoti potrei raccontare, uno su tutti, un classico che individua il carattere dell'oste: la mia squadra di amici, formata da ausiliari, tecnici, medici e a volte primari, andavamo alle 13,30,(ultimo turno e più tranquillo) a mangiare da Ermes, quel giorno si unì a noi il dott.Luciano, che una volta seduto al tavolo, iniziò, parlando del più e del meno, a pulire con il tovagliolo le posate ed il bicchiere, cosa che non sfuggì ad Ermes, così durante il pasto Ermes si avvicinò al medico e con un cumel al veen, versò il vino nel bicchiere del poveretto, lo bevve e con un sorriso, le bon e bel fresc,, dopo poco al momento di mangiare la minestra, Ermes si ripresentò, comenli al tajadel? Gli prese la posata si fece una bella forchettata di tagliatelle e se le mangiò, mo glien boni, un ragù eccezionel, breva Bruna! Inutile dire che quella fu la prima ed ultima volta che il dott.Luciano venne a mangiare in quel locale.
L�ambiente, è piccolo, e ben utilizzato da Ermes, appena entri nella sala, sulla sinistra un tavolo da otto dieci posti per comitive, che io chiamo a fisarmonica, perché l'oste riesce a farci sedere anche 20 persone, alla parete di fronte altri quattro tavoli da quattro o sei persone e in fondo a sinistra, vicino alla porta della cantina, altro tavolo da otto dieci persone, più tranquillo, per amici e clienti abituali e le pareti rivestite da perlinato, coperte da poster e fotografie di nuovi e vecchi amici.
La cucina è prettamente Modenese e varia ogni giorno, primi, secondi e dolci di stagione, nel periodo di Pasqua colomba, nel periodo del Natale Panettone e per le altre festività al Benson.
Bene, sono le 13,30 davanti al locale una ventina di persone in attesa, io entro e chiedo: Ermes as det da magner vers do ori? Sé(l�oste parla solo il dialetto Modenese). Così usciamo, e grazie alla bella giornata passeggiamo per il centro, Taglio, Piazza Matteotti, Corso Duomo, Piazza Grande, Via Albinelli e poi ritorno, sono le due,ci presentiamo al cospetto di Ermes che ci chiede in quanti siamo, tre rispondo, no quater a ghe anch cal me client le, un ragazzone di un metro e novanta tedesco, penso, dove ci sediamo chiedo, aspitee che av preperen al tevel, intant csa vliv da magner a ghe turtlon, risot col pees tajadel e, Ermes, va bene tre tortelloni al ragù di carne e per il ragazzone un risotto col pesce, intanto la cameriera ci stava apparecchiando al tavolo da otto vicino alla cantina dove c'erano già altri cinque clienti amici che mangiavano, mentre nel tavolo per comitiva ne ho contati ben 18 seduti in un qualche modo.
La cameriera ci fa accomodare e ci porta due di acqua e una bottiglia di Pignoletto per tutti e quattro, dopo alcuni minuti arrivano i primi, i tortelloni di ricotta con ragù di carne dove la salciccia primeggiava come gusto, erano abbondanti e deliziosi come il risotto di pesce; come secondi ordiniamo frittelle di baccalà , ma nell'attesa chiedo ad Ermes di assaggiare le seppie in umido con funghi e piselli,.. si assaggio,.. una pirofila piena, due porzioni a testa ce ne siamo mangiate, le seppie si scioglievano in bocca e la crema di funghi, beh, da resuscitare i morti, poi le frittelle di baccalà , buone, ma eravamo troppo pieni per gustarle come avrebbero meritato, così, niente benson, tre caffè e alla cassa a pagare il conto che Ermes ha quantificato in Euro 75, un saluto due chiacchiere con la signora Bruna ed un sorriso all'oste che salutandomi mi ha detto: a marcmand,Gabbian, sta eter du an prema ed turnerm'a cater! Vi dirò, sono uscito un po' commosso e ringiovanito tanto che mi è sembrato di sentire Pomba e compagnia imprecare giocando a carte.
Imperdibile!!!
[Reginalulu]
21/11/2010
Io mi commuovo sempre quando si parla del nonno Ermes, ma stavolta è diverso.
Questa recensione è un "paradosso temporale" che mi consente di vederlo giovane e nonno, come ora, nello stesso tempo.
Tutto è sempre uguale dove le cose sono vere.
Grazie davvero