Lunedì è il mio anniversario di nozze, andiamo a cena fuori. Allettato da come me ne hanno parlato amici prenoto al menteLocale, che conosco solo dall'esterno, non avendo mai trovato posto senza prenotazione.
Il locale è molto carino, immerso nel suggestivo centro storico della capitare europea del Maiale, nonché parte della contea dei Rangoni, patria del Balsamico, quello vero, Catelnuovo Rangone.
Essendo piena estate il ristoratore ha ben pensato di approfittare della tranquilla piazza porfidea, chiusa ed accessibile solo a piedi, per disporre tavolini, posti sotto ad ampi ombrelloni composti di una rassicurante tela color magnolia (crema).
L'interno del locale è molto moderno, azzeccatissimo in un contesto storico, per staccare e sdrammatizzare l'atmosfera. Il locale è infatti molto piccolo, come piace a me.
I pochi tavoli creano un intimità con i vicini che potrebbe non essere gradita ad avventori alla ricerca della tranquillità. Personalmente sono i locali che preferisco, e già partiamo bene.
Ci accoglie una giovane fanciulla che ci propone, per il tavolo, due opzioni, scegliamo quindi l'angolino sotto all'ombrellone più lontano dall'ingresso, dal quale possiamo vedere tutta la piazza e tutti gli altri tavoli.
Noto che il tavolo è apparecchiato in modo moderno, con una fascia, senza ingombranti tovaglie e posaterie non indicate al pasto non ancora deciso. A conferma di questa bella idea il menù riporta l'interessante prezzo del coperto: un sorriso!
Già mi sento a mio agio, ed inizio a leggere la carta dei vini, un po' magra di scelte, ma con alcuni pezzi interessanti.
Fa caldo e mia moglie mi sta dicendo di gradire portate diverse da quelle che hanno interessato me, quindi il mio occhio si posa su un interessante Foss Marai Rosè Roös, fresco e non impegnativo.
Decido quindi per lo spumante rosé, che mia moglie non conosce, per accompagnare gli antipasti:
mia moglie sceglie uno strudel di pere, parmigiano, pancetta e balsamico
ed io un tortino di porri e radicchio su crema di parmigiano
La ragazza ci porta anche un cestino di pane caldo, non molto vario e fantasioso, ma certamente caldo ed invitante, che ci verrà più volte sostituito durante la serata, molto bene.
Durante l'attesa esce quello che ci sembra il figlio dell'oste con il secchiello del ghiaccio ed il nostro vino.
E' un ragazzo simpatico ed esuberante che, complimentandosi per la scelta del vino, inizia ad intracciare un rapporto caloroso fra oste e commensali, cosa tipica dei locali di una volta, che si è persa sempre più alla ricerca di una falsa intimità data da locali freddi con personale distante.
Rientrando in cucina Moreno, che è davvero il figlio dell'oste, scambia battute con gli avventori che stanno, man mano, giungendo nel locale. Trovo questa cordialità d'altri tempi, condita con un tocco di sagacia, molto indicata ad un locale piccolo ed esposto alla piazza.
Capisco che la cosa possa sembrare fuori luogo, del resto se voltete intimità, state a casa vostra.
Nel frattempo arrivano gli antipasti, impiattati, con mio gran piacere, su piatti più simi a mattonelle, quindi piatti, che alle solite conche da ristorante, dove il coltello cozza con il bordo e non si riesce a tagliare nulla.
La portata è impiattara in modo colorato, con contorno di petali di fiori saltati, che io adoro, per il loro aroma profumanto, che si sposa con il formaggio del mio torntino, tanto che rubo anche quelli di mia moglie, che ama i fiori solo nel vaso.
I sapori sono molto indicati, si sposano in modo accattivante, il tortino è sobrio e compatto, con una crema profumata che si accompagna perfettamente alla dolcezza del porro.
Anche il classico "formaggio con le pere", scelto da mia moglie, si presenta in uno strudel caldo e profumanto, con un interessante contrasto fra il dolce della pera e le note acide di un balsamico un po' acetoso.
Per il primo mia moglie si è orientata sulle crepes al pomodoro con ripieno di finocchi,
mentre io sono attirato dai ravioli ripieni di peperone rosso su letto di pomodorini
Entrambe le portate sono fresche, i gusti ed i sapori ben bilnaciati agli sgargianti colori del piatto, ed i profumi invitanti delle portate.
Prendiamo un solo secondo Polpettine di Cervo con semi di finocchio e dressing di Senape, dato che mia moglie tiene il posto per il dolce.
Piatto molto interessante, che riesce a frenare l'intenso sapore del Cervo con l'azzeccata scelta del finocchio ed una senape molto delicata.
Mia moglie, dopo aver assaggiato le mie polpette, si dedica al sui dolce, che arriva poco più tardi: sfogliette alla frutta e crema inglese.
Nel dolce i profumi si profondono ed il non eccessivo uso dello zucchero lo rende ottimo e non pesante.
Nel compesso il locale mi ha dato un impressione che non avevo da tempo, non la solita mangiatoia per cittadini che cercano gnocco (che si chiama crescenta fritta) e tigelle (rondelle di terracotta usate per cuocere le crescentine nel camino) che non ho mai capito come possa la gente mangiare.
Un locale davvero nuovo, con un menù tutto da scompreire, che varia durante l'anno, ed accompagnati da un oste che sa fare l'oste alla maniera gioviale delle nostre terre.
Il conto,
2 antipasti
2 primi
1 secondo
1 dolce
1 vino
2 acque
57 euro, compreso il sorriso
Ottimo e giusto.
Cinque cappelli non si danno mai, se volete un motivo per la decutazione, la carta dei vini ha bisogno di valorizzare di più alcuni vitigni locali ormai sconosciuti, come l'Albana, ed i lambruschi di una volta, mentre le portate raffinate avrebbero piacere, secondo me, di essere innaffiate con vini di tutta italia, isole comprese.
Dunque per ora siamo a 4 cappelli.
Consigliatissimo!!
[ilDelfo]
17/09/2010
ho piacere che ti sia piaciuto perché lo ritengo anch'io uno dei locali più interessanti della provincia.