Dedicata a venerdì:
so che ti piacciono tanto queste recensioni stile “Divina Commedia”……
Liberamente tratto da “Gli elogi del Porco, Capitolo Berneschi di Tigrinto Bistonio, P.A., e Accademico Ducale de' Dissonanti di Modena, 1761”.
In lode del porco
“....Parlo di Te, mio rispettabil Porco,
Onor del la quadrupede Famiglia,
Benchè di fuori impastricciato, e sporco;
Che tu vivi alla buona, e senza briglia
di moda, e servitù, che tanto annoja;
l'usanza tua di libertade è figlia;
E Plinio insegna, che un calor da Boja
semper t'investe, ond'è, che poi ti piace
nel pantano smorzar sì crudel noja.....
....Tu se' venduto a once, a libbre, a pesi,
e sino i peli tuoi al villanello
sono un tesor sul canovajo stesi,....
.....La bollitura sua vomiti affronta,
l'ulcere degli orecchi il fiel risana,
e il tardo crine ad allungarsi appronta.
Terge, e assoda le piaghe in foggia strana
liquido lardo di sua feccia privo,
e del vajuol le bollicelle appiana.
E' ammolliente, annodin, risolutivo
suo grasso; e al nasal sangue, e a squinanzia,
e a rogna il suo escremento è sanativo.......
...Chi mangia a due ganasce, un porco egli è;
porco chi ha sempre il gorguzzule in molle;
porco chi scarno in pria, grasso si fè:
porco chi non ha il sangue, che gli bolle;
porco chi lascia un peto in abbandono,
porco il melenso, il brodoloso, il molle.
Si sa, che il sonno è di salute un dono,
pur vedi maldicenza! I dormigliosi
comodi porci intitolati sono.......”
Mercoledì 24 Febbraio, uscita classica a due, io e piggo.
Lo passo a prendere verso le 20, rapido consultabolo e, scartato Gianni, prendiamo la tangenziale per raggiungere Adriano, a Paganine. In tangenziale rimaniamo bloccati un quarto d'ora causa banale tamponamento, ripresa la corsa verso il cibo e quasi arrivati alla rotonda della Contrada, a piggo viene un'idea geniale “che ne dici se andiamo da Tigrinto?, è un sacco che non ci andiamo, me lo hai fatto scoprire tu…” Ok, invece di girare per via Gherbella tiro diritto, direzione Montale, al primo semaforo prendo a sinistra e in un paio di minuti siamo sul luogo di quella che diventerà una mitica mangiata, una di quelle “come ai vecchi tempi”, una mangiata alla “spaviro tutto e faccio pure la scarpetta”, una mangiata che fatta a vent'anni può risultare normale, ma a cinquanta è un tantino impegnativa. Ma una mangiata così a cinquant'anni ci fa capire che, oltre che “du ludér”, siamo ancora in grado di dire la nostra con forchetta e coltello in mano, siamo in fin dei conti due personaggi scomodi a tavola.
Il locale non è cambiato dalla mia ultima visita, entriamo e ci sono solo due avventori, ma è presto, più tardi la sala si riempirà, sono tanti gli amanti dell'animalone rosa…..
Sempre il solito salone, con illuminazione discreta, colori caldi, soffitto alto, in fin dei conti è un vecchio caseificio riadattato, bacheca con tanti bei vini sullo sfondo, gran bancone sulla destra e ….. acci acci, televisore in fondo alla sala, su un tavolino, discreto, volume a zero, per fortuna, tutti i tavoli perfettamente apparecchiati con bella posateria e bicchieri da vino perfetti. I colori predominanti: il rosso e il rosa, mo' pensa tè……
Seduti in un tavolo bello largo. Il titolare/cuoco si appropinqua e ci chiede cosa vogliamo da bere, sguardo complice, siamo entrambi amanti del Sorbara, chiedo uno Zucchi. Lui sorride e mi risponde che ne ha uno meglio, stento a crederci ma accetto la sfida……………. Vincerà lui, Sorbara Azienda Agricola Zanasi, Settecani. Veramente pregevole, ne berremo due boccie, più una di acqua gassata appena assaggiata.
Nessun menù scritto, ma menù recitato, le portate sono poche quindi non obietto.
Precisazione, ognuno di noi prende una cosa diversa dall'altro, le porzioni sono “da scaricatore di porto”, ci mangerebbero tranquillamente quattro persone normali.
Antipasto: polpette di maiale non fritte, cotiche e fagioli.
Le polpette sono fenomenali, mangiandole si sente meravigliosamente il sapore del maiale, non sono unte, ben sode e saporitissime. Le cotiche sono morbidissime e cotte perfettamente in un sughetto eccezionale.
Primo: penne all'ubriaca e pappardelle al guanciale.
Le penne sono alla salsiccia e tirate al vino rosso, buonissime. Le pappardelle son fatte in casa, belle larghe e stracondite con un bel sughetto con pezzettoni di guanciale di una morbidezza sublime, oserei dire che era guanciale alle pappardelle, tanti erano i pezzi di maiale.
Secondo: guanciale in umido e musetto in umido.
Bei pezzettoni di guanciale perfettamente cotto e tenerissimo. Il musetto non lo avevo mai mangiato, è una cosa incredibile e di una delicatezza mondiale, morbidissimo. Abbiamo finito un po' a stento il tutto, era talmente buono che non volevamo lasciarne traccia.
Completamente satolli ordiniamo due caffè, letteralmemente imbevibili e poi si va a pagare, qui con enorme sorpresa ci viene recato un conto da 25 € a testa, evviva il maiale!!!!!!
Valutazione, senza poi doverci pensare troppo, 5 cappelli, per la bontà del cibo, le quantità delle portate, l'ottimo vino e il prezzo contenuto. Sorvolo sul caffè, oggi mi sento generoso.
A-v salut magnadôr bóss, arváddres….
Imperdibile!!!
[GROG]
30/03/2010
Preparati,fra qualche giorno posterò un'altra recensione fiume.
Ciao simpaticona.