Wanchope vs uno stinco: bella sfida per uno smilzo ("dicono che sono magro, penso potrei fare di meglio"). L'ultimo confronto era capitato Unter den Linden, sotto i tigli di fronte all'ambasciata russa di Berlino, ma è un'altra storia e avevo dalla mia l'appoggio strategico della beverina birra Berliner.
Veniamo a noi e partiamo da principio: piccola trattoria rustica, nell'ordine dei trenta coperti a occhio, tipico ambiente da centro di Modena con tutto il fascino che questo comporta. Si fa apprezzare il lampadario ricavato dal manubrio di una vecchia bicicletta. Primo: bucatini all'amatriciana. Non c'erano, ieri, le ottime tagliatelle al ragù, e neanche i tortelloni di zucca mantovani (ha difficoltà a trovare la mostarda di mele, ultimamente), così ho azzardato questa scelta poco filologica. Scommessa vinta: il piatto fondo molto fondo è uno scrigno di meraviglie, ogni forchettata di bucatini apre scorci sensoriali suggestivi. Subito si impatta sull'ombrello esplosivo del peperoncino (a me piace così ma va detto che molti l'avrebbero trovato eccessivo, soprattutto non trattandosi di un'arrabbiata), ma sotto si scopre l'eleganza di una pasta molto al dente, il dolce discreto della cipolla, una pancetta importante per quantità e qualità. Scarpetta netta.
Dopo l'attesa che precede i grandi doni, lo stinco: presenza granitica, bello di una bellezza austera, senza fronzoli formali, imponente come le statue di regime socialiste.
Il suo cuore è morbido, averne ragione è una passione.
Un plauso alla misura della salamoia: gradevolmente sapido, ma senza eccessi, che qui non siamo sotto i tigli e non c'è la dissetante berliner per accompagnarlo. A proposito, nel mio caso si è accompagnato come tutto il pasto a un buon teroldego rotaliano. Chi ama gli abbinamenti per anomalia troverà forse uno spunto nel contrasto della sua freschezza con il piccante dell'amatriciana, ma qui sono ignorante e lascio il campo agli esperti.
Imperdibile!!!
[sprizz]
16/09/2009