Questa sera facciamo un 5/6x4 (cioè ci troviamo in cinque o sei per fare quattro chiacchiere), dopo un troppo lungo periodo di astinenza (da prima di Natale!): ci dobbiamo ormai raccontare troppe baggianate, ed è ora di vedersi!
Eleggiamo come luogo dell'incontro il ristorante Aeroporto, in quel di Marzaglia, quasi campo neutro per noi che arriviamo chi da Modena, chi da Magreta e chi da Baggiovara.
Arriviamo (io e lei) alle 20.30, orario concordato; dopo avere parcheggiato nel piazzale antistante ed avere infilato uno strettissimo passaggio fra due siepi che conduce alla porta, entriamo in un vasto spazio (non lo definirei proprio sala in quanto ricavato chiudendo un plateatico che un tempo era all'aperto, davanti all'entrata del ristorante/bar che allora offriva posto soltanto ad una ventina di persone) ora chiuso da pareti vetrate e attrezzato con molti tavoli, forse per un centinaio di persone, pavimentato con mattonellone a sassolini e dotato di condotte di aria calda per il riscaldamento invernale. In fondo a questo “spazio” c'è anche un piccolo palco con l'attrezzatura per piano bar/karaoke, che a partire dalle 22 circa ci allieterà coprendo totalmente le nostre voci vanificando così in buona parte lo scopo del nostro incontro!
I tavoli sono apparecchiati in modo spartano, da vera trattoria di campagna: un solo bicchiere, posate e tovagliolo di carta su tovaglia bianca di cotone.
Entrando troviamo già tre dei nostri seduti ad un tavolo da sei, che stavano finendo di sgranocchiarsi una stria per ingannare l'attesa; ci sediamo e, dopo i soliti convenevoli, chiamiamo il cameriere per ordinare, dato che il sesto arriverà decisamente più tardi (saranno le 22.30) e mangerà dopo di noi se ne avrà ancora voglia.
Ordiniamo:un piatto di penne all'arrabbiata, un piatto di penne con speck e radicchio, gnocco e tigelle con affettati, stracchino, pinzimonio e nutella per due persone, una cotoletta senza contorno e due cotolette alla contadina. Da bere due bottiglie d'acqua naturale, due di gassata e ½ litro di bianco frizzante (molto simile ad un prosecco, piuttosto gradevole) e più tardi anche un paio di lattine di coca-cola.
Divido con la mia lei metà del piatto di penne con speck e radicchio, buonine e ben al dente, nell'attesa dei secondi sgranocchio un paio di tigelle: piccoline, di farina integrale, leggere, non vuote come solitamente si trovano, decisamente buone, e anche il loro lardo buono.
Poi arrivano, per noi due, le cotolette alla contadina: di maiale, ben fritte e saporite, coperte da cipolla rossa, pomodori e rucola (insalata decisamente “potente” ma gradevolissima): mi sacrifico mangiando anche la cipolla che lei scarta, ma era proprio buona e ci poteva stare!
Al posto del pane ordiniamo altre tigelle, che prontamente ci portano, e che alla fine dei secondi rimarranno in buona quantità, ma continueremo a mangiarne per finire quel gigantesco piatto di prosciutto, coppa e salame che ci avevano portato e per farcirle con marmellate e nutella.
Come ho già detto, verso le 22.30 arriva anche l'ultimo degli invitati, mentre noi stavamo finendo di mangiare: si siede, non mangia nulla perché già rifornito, e si mette ad urlare per comunicare faticosamente con noi (data la musica che copriva ogni altro rumore).
Alla fine, dopo un solo caffè e un solo amaro ed un piattino con se o sette cioccolatini che ci mettono sul tavolo , chiediamo il conto:95 euro in totale, 19 a testa: moderato e appropriato al locale.
Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dai piatti(validi) che ci hanno proposto questa sera, non era stato così in altre occasioni in cui ero capitato qui a mangiare (ma è stato forse qualche anno fa), è stato anche abbastanza premuroso e veloce il servizio, ma l'ambiente è senz'altro troppo rumoroso, perciò non si può assegnare più di tre cappelli. Ci torneremo con piacere, forse in una sera feriale per evitare la musica a volume eccessivo.

Consigliato!