Venerdì sera cena con i colleghi di spingi.
Ci presentiamo con una mezz'oretta di ritardo, sincronizzare 26 persone, di cui ben sei donne non è così semplice, dopo aver parcheggiato chi davanti al locale sul ciglio della strada, chi con il muso della macchina nelle vigne, si fa la conta dei presenti.
ENTRANDO.
Dopo esserci raggruppati all'esterno del locale (notevole il glicine che ricopre il portichetto) ci infiliamo uno alla volta attraverso una bassa e stretta porta varcata la quale ci lasciamo alla sinistra il banco bar, giriamo a destra passando sotto le scale (sulla destra del passaggio c'è tanto di tendina sottoscala), ed arriviamo a destinazione… la sala principale… il tutto in circa cinque metri.
La tavolata si sviluppa in forma alquanto singolare, una specie di “C” che costringerà alcuni commensali a cenare schiena a schiena.
Piatti e posate sono adagiati su fogli di carta paglia (credo si chiamino così quei fogli giallastri che adoperavano una volta i macellai) griffati da un cerchio che riporta simmetricamente due cinghiali in una posa molto dinamica (non capisco se stiano scappando da Obelix o stiano facendo jogging) con il nome della trattoria.
Il locale penso sia stato ricavato dal piano terra di un'abitazione. Le sale sono tre, due piccoline che accolgono una tavolata ciascuna, e la nostra, la più grande, all'entrata, molto vicina all'entrata, tanto che se non si chiude la porta d'ingresso si possono benissimo sentire gli spifferi .
L'ambiente è rustico, stile taverna, pareti e soffitti perlinati. Come decorazioni quadri e suppellettili rurali, un testone di cinghiale imbalsamato in compagnia di qualche altro esemplare di volatile selvatico.
LA TAVOLA.
Una volta fatta accomodare la chiassosa compagnia ci ritroviamo ad affrontare degli gnocchini (freddi) e dei cubetti di mortadella impastellati e fritti, l'idea è buona, ma sono freddi pure questi.
Arriva il vino (lambrusco sorbara Garuti) in bottiglie già aperte e l'acqua con e senza gas (bottiglie da aprire). Devo dire che al terzo bicchiere mi sono sentito piombare in testa un cerchione Marchesini da 17” in ghisa che nel corso della serata si è ristretto fino a 5” con conseguente effetto morsa che mi ha costretto a proseguire ad acqua!
Tortelloni ricotta e spinaci con burro e salvia: buoni, la pasta un po' più spessa di quanto mi piaccia, ma veramente apprezzabile, il ripieno gustoso con le foglie non proprio sminuzzate.
Tagliatelle al ragù: il top della serata! La pasta era la stessa dei tortelloni, grossetta, ruvidina, consistente, bella gialla, ed il ragù… uno spettacolo! Mi sono appropriato di uno dei vassoi di portata nel quale non è rimasto nient'altro che il testimone del sughino unto e arancione .
Dopo i primi si fa una pausa, e ne approfitto per visitare i bagni. Sono stretti, divisi per signore e signori, quello per gli uomini ha due stanzette, una per il lavandino e l'altra per il bagno con tazza. Niente perline qui, e così noto che le varie mani di tempera si stanno scrostando dalle pareti a causa dell'umidità. Una strana polvere grigio scuro si fa notare su tutte le superfici non perpendicolari, capisco poi che trafila dalle perline del soffitto.
Tornando a tavola mi accorgo anche del grigiume che ricopre sia le “decorazioni” della sala che i trofei imbalsamati, e le ragnatele, anche sugli stipiti delle finestre alle spalle dei miei commensali…
Dopo una non troppo lunga attesa arriva la grigliata mista di carne. Ci viene portata su dei grandi taglieri da polenta ricoperti con un foglio di alluminio, la presentazione è notevole, costaiola,salsiccia,wurstel, patate al forno. Finito di posare i vari vassoi della ciccia arrivano anche gnocco e crescentine.
Patate: veramente buone, farinose, saporite e cotte al punto giusto.
Wurstel: appena scottati sulla piastra, si vedevano le bruciature dei “ferri” ma l'interno era ancora pastoso, c'è chi li mangia anche crudi, però… Assaggiato il primo pezzo il resto è rimasto lì.
Salsiccia: non sembrava nemmeno grigliata, direi fatta al forno. La pasta macinata sottilissima e speziata si presentava rosso vivo all'esterno e quasi violacea all'interno. Dopo l'assaggio idem come sopra.
Costaiola: nemmeno assaggiata dopo la salsiccia ed il wurstel, comunque anche questa si presentava di un unto lucido.
Crescentine: piccole ed alte, servite calde in sacchetti di carta, non cotte completamente all'interno e croccanti come il gres all'esterno.
Gnocco: non unto ma dal colore dal mattone al marroncino.
Salumi: discreti (crudo, salame e coppa, pancetta buona).
Assaggi di dolci: 5-6 qualità senza infamia ne lode.
Caffè.
Amari vari al nitrometano lasciati sul tavolo a disposizione.
IL CONTO.
Menù predefinito ed a prezzo fisso, comprese bevande 25€
CONSIDERAZIONI E CAPPELLINI.
Buoni i primi, i secondi non all'altezza, delle minestre non è avanzato nulla, diversa la situazione per carne, gnocco e crescentine.
Locale ed igiene…
Il servizio preciso.
Tutto sommato un locale da baracca dove il conto non ti fa pesare le bocce svuotate (e se ci dai sotto all'inizio non noti più di tanto il locale e la qualità dei secondi), per questo due cappellini, anche se la valutazione (cibo, ambiente, ma soprattutto pulizia) sarebbe da 1.
Buono
[barbe]
12/10/2008