Aspettavo da tempo di poter partecipare a uno dei famosi "pranzi di lavoro" descritti da gi in più di una recensione; si presenta quindi l'occasione venerdì 3 e accetto subito di partecipare.
Il ritrovo, saremo in 4, è per le ore 13 direttamente sul posto e, più o meno in orario, ci siamo accomodati nella prima saletta (ne ho viste altre 2 di diverse dimensioni).
Per quanto riguarda il cibo, dopo una veloce occhiata al menù, ci facciamo consigliare dal proprietario in modo da poter gustare il meglio della loro cucina; ci viene proposto quindi un antipasto di salumi, tortelloni di ricotta al burro e salvia e filetto di castrato contornato da verdure e patate arrosto.
Come sempre, per sciacquarci le mani tra una portata e l'altra, prendiamo una di naturale e una frizzante (qualcuno sostiene che sgrassa meglio); da bere invece, un ottimo lambrusco di Sorbara "Premium" cantina Cleto Chiarli.
L'antipasto e composto da un bel tagliere in legno con un buon prosciutto crudo, dell'ottima mortadella, un vasetto di fantasmagoriche palline di parmigiano (poco più grandi di una biglia) fritte che chiamano "palline dorate" e dei ciccioli montanari infilzati in un lungo stecchino con sopra del sale di Cervia a scaglie e del limone spremuto denominati "ostriche modenesi", da provare.
Durante l'antipasto un commensale ci racconta di aver letto la mattina stessa sul giornale che alcuni Sommelier avevano inserito per la prima volta un Lambrusco tra i vini "sommelierabili"; incuriositi chiediamo al proprietario se ne ha, purtroppo la sua risposta è affermativa e, nonostante il suo tentativo di dissuaderci, noi vogliamo provarlo. Il vino in questione si chiama "Otello Nero di Lambrusco" e lo produce una cantina di Parma che si chiama Ceci (anche questo avrebbe dovuto metterci in guardia ma la nostra è una stupidità senza limiti); a questo punto, sono sempre più del parere che i Sommelier vivono in un mondo tutto loro, fatto di vigneti esposti a est, di colori rosso rubino, di sapori fruttati e retrogusti di legni che io userei volentieri sulle loro nocche...
I tortelloni di ricotta sono veramente buoni, sicuramente preparati la mattina stessa e con un ottimo ripieno di ricotta, sono solamente 3 ma di grosse dimensioni, quasi abbastanza da soddisfare le nostre capienti zavorre (il più "magro" a tavola era probabilmente gi...).
A fatica finiamo il blasonato "Otello" e riordiniamo subito il buon vecchio Cleto che, dopo la parentesi lirica, sembra essere più buono di prima.
Il filetto arriva su un carrello di servizio, adagiato su tagliere di legno, viene abilmente suddiviso nelle giuste porzioni e servito ad ognuno con le verdure richieste, le patate sono in un piatto a parte e ci si serve da soli; tutto veramente buono.
Per finire un assaggio di dolci, tra cui spicca sicuramente una sorta di zabaione con mandorle squisito; caffé e assaggio di Zacapa per concludere.
Conto finale 45 euri a testa che per accoglienza, cortesia e soprattutto qualità sono strameritati.
Se si confermano nella qualità e nel prezzo anche per la cena, i cappelli, per me, diventeranno sicuramente 5.
ps: A Modna a sè sta bèin, an ghè gnint da fèr, mèi che in muntagna e mèi che al mèr.
Consigliatissimo!!
[Rolando]
06/10/2008