Finalmente siamo tornati in questo agriturismo, da cui mancavamo da mesi e mesi.
Partiamo subito chiarendo un concetto fondamentale per approcciare nel giusto modo il locale: "andam a vagg", era il vecchio modo di dire quando la sera le famiglie contadine si radunavano nell'aia o nelle stalle (d'inverno), e trascorrevano le serate in chiacchiere, racconti popolari e canti della tradizione. Ci si riuniva per ammaccare noci, cucire, spannocchiare,intrecciare giunchi e, nel contempo, stare insieme, vegliando, raccontandosi di tutto un po'. "Andare a veglia" era quindi un espressione che evocava lo stare bene insieme, il piacere di incontrarsi e divertirsi in modo semplice, una versione padana del Gemütlichkeit tedesco.
In questo contesto l'atmosfera creata è quella di una vecchia osteria di campagna, con piatti della tradizione, servizi scompagnati, taglieri di salumi, uno dei camerieri che ogni tanto interrompe le rumorose chiacchierate per cantare qualche pezzo popolare, sassi sulle tavole per macinare il sale e farlo fino.
Questa volta abbiamo iniziato con una bella ciotola di tortelloni con ricotta, pancetta ed erbette, piuttosto buoni.
A seguire le classiche crescentine (o tigelle), con salami, ciccioli, coppa di testa, lardo, prosciutto, coppa, e forse qualcos'altro ancora. sempre molto gradito il tagliere con salame ciccioli e parmigiano interi, pronti da tagliare alla bisogna. Non che i salumi già tagliati fossero sacarsi, anzi. Ed infatti solo il salame è alla fine è risultato appena un po' più corto che all'inizio. Tuttavia l'idea di avere al tavolo "tutto quello che si vuole" è decisamente confortante.
Le crescentine non sono esattamente le nostre preferite, poichè sottili e vuote, mentre soprattutto marco predilige qulle belle piene alla montanara. Tuttavia sono finite in fretta, prontamente rimpiazzate da continui rinforzi.
Se il cibo sulla tavola finisce, non bisogna farsi remore a chiederne dell'altro: come il menù, che è fisso, anche il prezzo è di conseguenza, quindi se il personale non vi precede, basta chiedere per avere.
Tra i salumi, tutti molto buoni, una nota di merito se la aggiudicano il salame e soprattutto il prosciutto, il primo nella storia che ha fatto capire a Silvia, da brava parmigiana, che "non di solo prosciutto (di Parma) vive l'uomo", ma che anche il "Modena dop" ha una sua forte dignità.
Dopo un breve giro di pinzimonio (peccato solo non aver reso il dovuto onore alla splendida ciotola di verdure che era in tavola), ci siamo buttati sulle crescentine con ricotta e miele, deliziose, oppure con la superba marmellata a base di visciole che fanno loro.
Per finire l'immancabile bensone, e la loro fantastica crostata, cui però non abbiamo tributato il dovuto omaggio, troppo rimpinzati da tutto quello che era venuto prima.
Durante il pasto sono partite tre bottiglie del loro lambrusco (biologico, come tutti i loro prodotti), mentre stavolta non abbiamo preso il trebbiano dolce che generalmente accompagnano alle torte.
Caffè e conto di 145 € (eravamo in 5), che vuol dire 29 a testa. Se vogliamo, rispetto ad altri posti, per un primo, delle tigelle e del bensone, non sono pochissimi. Ma dopo numerose volte continuiamo a ritenere che siano tra i migliori spesi: la qualità del cibo è ottima, le porzioni abbondanti, la cortesia del personale è indiscutibile, ed il fascino del luogo è unico. Tra le altre consigliamo di andarci anche di giorno, per poter gustare uno degli angoli più incantevoli della campagna modenese, tra splendide colline e vigneti (siamo convinti che Mizo ci farebbe uno degli HIRUNE più spettacolari della sua vita).
Il prezzo è fisso, 26 €, mentre ogni bottiglia i vino ne costa 6. A conti fatti il totale sarebbe stato 148, quindi ci ha fatto anche qualche € di sconto, arrotondando la cifra per difetto, e non a 30, che sarebbe stata ancora più tonda. E' una piccola cosa, lo sappiamo, ma comunque apprezzata (quanti avrebbero fatto il contrario?).
In definitiva, considerando tutto, il locale i quattro cappelli li merita tutti, ma non raggiunge la votazione piena. Nell'ottica dell'andèr a vagg, invece, ne prenderebbe anche setto o otto, sia in coppia che con un gruppo più numeroso.
Che dire...?
Lasciamo i 4 cappelli per rispetto a quei (pochi) locali che secondo noi ne meritano davvero 5 o più, mentre confermiamo il pieno diritto dell'agriturismo San Polo a permanere nella lista dei nostri locali preferiti.
Dovete assolutamente andarci!!!
Consigliatissimo!!
[MarcoeSilvia]
07/06/2008
Considerando la quantità di nickname su GM che rimandano al grufolante quadrupede, prima o poi una cena andrebbe organizzata.