Alcuni di voi già lo sanno, ma per chi non ne sia ancora a conoscenza premetterò che da ormai quasi cinque anni intrattengo una relazione amorosa con una gentil donzella delle Matildiche terre.
Nel giorno terzo del corrente mese di maggio, la mia amata si trovava con me nelle piatte terre strette tra il Panaro e la Secchia quando decidemmo che nel riaccompagnarla sulle verdi e lussureggianti montagne ci saremmo trovati alla metà del cammino con la sua corte; per la precisione presso il Castello di Gusciola, all'interno del quale si trova un “locale unico e suggestivo ove trascorrere momenti di relax e assaporare i piatti di un tempo” .
Partimmo dalla pianura sulla mia carrozza d'acciaio, trainata dai potenti cavalli che la renault mi aveva messo a disposizione, e dopo neanche un giro completo di clessidra (circa 40/45 minuti) arrivammo all'ombra delle torri del castello.
Arrivati all'abitato di Gusciola ci inerpicammo sulla ripida salita che porta alla rocca e lì trovammo un ampio, ma non troppo comodo, parcheggio dove far riposare le nostre stanche cavalcature.
Giunti per ultimi, come si addice alle personalità più illustri, trovammo l'intera corte ad aspettarci e dopo aver ricevuto i giusti onori, il custode del castello ci accompagnò alla sala del banchetto.
Devo riferirvi dell'abbigliamento del custode che indossava una splendida veste rossa abbellita dai tre leoni d'oro, blasone dell'amato Riccardo Cuor di Leone.
La sala riservataci era “la stanza delle armi”, tinteggiata di uno splendido rosso e con appese alle pareti svariate spade, balestre e picche che sicuramente nei periodi bui del medioevo avevano difeso le terre di Montefiorino.
La tavola, di un legno spesso e robusto, era disposta a ferro di cavallo, apparecchiata solo con tovagliette di paglia e ciotole di terracotta (da notare che tutti i commensali siedono all'esterno della tavola, proprio in stile medioevale).
Non appena seduti il custode diede ordine e le due cameriere, anch'esse in abito d'epoca, ci portarono dentro a capienti brocche acqua e vino, sia bianco che rosso,
Il menù preparato per noi fu:
-vassoi di salumi tipici della zona accompagnati da cestini di pane particolare, con cereli e canditi; discreti, ma forse quantitativamente un po' scarsi.
-zuppa di farro con verdure; io non amando il farro sono passato oltre, ma pare sia stata gradita.
-tortelloni con funghi e salsiccia; molto buoni, decisamente la portata migliore della serata.
-cacciatora di pollo con patate arrosto; discreta, ma anche questa quantitativamente un po' scarsa, buone le patate.
-semifreddo di mascarpone: buono.
-caffè.
Durante il dolce giunsero in sala dei musici che ci intrattennero con canti del XIII e XIV secolo e con arie un po' più moderne di due nuovi menestrelli, mi pare di rammentare fossero un certo De Andrè ed un certo Branduardi.
Per finire la serata il custode ci guidò per le varie sale del castello mostrandoci in ogni dettaglio come la restrutturazione aveva riportato l'antico maniero agli splendori di un tempo.
Giunti al termine della serata, salutati gli altri cavalieri, mi congedai con un bacio dalla mia bella e salito sul mio destriero mi diressi verso le verdi pianure.
Ero giunto ormai in vista dell'abitato di Castellarano quando giunse al mio orecchio un trillo malefico che mi ridestò dall'incantamento. Mi ritrovai al volante della mia clio, con nella mano un piccolo oggettino dal quale usciva la voce della mia amata.
Lo shock fu tale da permettermi di smettere di scrivere come un deficiente…ma non sufficientemente potente dal cancellare la piacevole serata dalla mia mente e quindi dall'impedirmi di raccontarvela.
Morale:
La spesa è stata di 26 euro a testa, il posto veramente splendido vale almeno quattro cappelli, ma abbiamo mangiato da due.
Se posso permettermi un consiglio al “custode” io nel menù punterei un po' di più sulla carne (griglia e selvaggina). Magari porterà un leggero lievitare del prezzo, ma credo ne varrebbe la pena.
Globalmente mi sento comunque di consigliarlo!
Consigliato!
[gi]
16/05/2008