Non c'è niente di meglio di una bella passeggiata in centro storico prima di andare a cena. Coltivare la fame e predisporre lo spirito alla convivialità è già di per se un buon esercizio per gustare appieno la serata, se poi la fase preparatoria ha come palcoscenico la via Emilia, con le sue tante testimonianze storiche, allora tutto si veste di un fascino particolare.
Per dare corso in modo coerente a questi pensieri, pur avendo prenotato in questo ristorante situato nella parte est del centro storico, io e mia moglie abbiamo scelto di parcheggiare sul lato ovest, per raccogliere la nostra amica compagna di avventure gastronomiche e percorrere insieme la strada per il ristorante.
Il locale non è molto ampio, tipico del centro, ma accogliente, e tutto sommato lo spazio tra i tavoli è accettabile, e grazie ai modi informali dei titolari dà l'impressione di essere come in famiglia.
Il servizio al tavolo è stato curato personalmente da Mauro Calzolari che insieme all'altro chef, Marco Bianco, ha dato vita alla nuova gestione del locale. Simpatico e disponibile ci ha illustrato il menù, arricchendo la sua presenza di aneddoti e ricordi della Soliera d'un tempo, cittadina di cui è originaria anche mia moglie.
Abbiamo accettato di buon grado di partire con un tris di primi, e c'è stato solo l'imbarazzo della scelta, visto che tutti quelli proposti apparivano invitanti. Partenza con strozzapreti serviti con un gustoso condimento di melanzane, zucchine e pomodorini, che ha subito raccolto il nostro consenso. Lo chef ci ha confessato che si tratta di una ricetta di derivazione siciliana, come gli stessi ingredienti suggeriscono, appositamente elaborata da lui, con esiti che possiamo senza dubbio definire soddisfacenti.
Il secondo vassoio ci ha proposto un interessante accostamento di tagliolini con funghi e consistenti listarelle di speck, con sapori ben integrati, ma che non hanno nascosto la tenera bontà dei funghi.
Con il terzo arrivo ci siamo resi conto che eravamo di fronte ad un vero e proprio crescendo: gnocchetti in crema di zucca con salsiccia, saltata su una lieve base di cipolla, buonissimi.
E' doveroso aggiungere che le porzioni sono generose, ma se proprio siete super affamati, seguite il mio sperimentato esempio e procurate di avere al tavolo con voi, a contendere i vassoi, una o più accompagnatrici preoccupate per la linea…
Come secondo bocconcini di pollo all'aceto balsamico per me e coniglio al forno per le signore, con l'immancabile accompagnamento di patate al forno, anche in questo caso siamo rimasti molto contenti.
L'intervento al tavolo dello chef Mauro, è stato molto apprezzato anche per la scelta del vino. Ho chiesto del lambrusco con del corpo, dal gusto pieno, e ci è stata servita una bottiglia di Salamino delle Lame, della cantina “Verrini e Munari” di Carpi.
Un lambrusco Salamino di S.Croce dal colore intenso, dal gusto persistente, che a me è piaciuto moltissimo (spero che Corpicino mi conforti). Unica nota dolente l'assenza di giudizi sul vino da parte delle signore che, nonostante la mia sincera e disinteressata insistenza, non hanno voluto assaggiarlo, obbligandomi a consumarlo tutto da solo, con mio grande, enorme disappunto
Buono anche il dolce, una millefoglie con panna e crema chantilly, al quale non abbiamo avuto il coraggio di rinunciare anche se di posto ne era rimasto davvero poco…
Simpatia, cortesia e bontà dei piatti già bastavano a mio giudizio per meritare il massimo dei voti, ma con gli ottanta euro totali per i tre pasti consumati anche il conto finale è risultato in linea con l'eccellente giudizio complessivo.
Prima di uscire e fare i complimenti ai gestori, abbiamo salutato al tavolo vicino luckygnamgnam e signora, anch'essi contenti per aver scelto “il Fantino” per accompagnare fuori due amici di Milano. Spero che anche le prossime esperienze siano di questo livello, perché di sicuro ci torniamo!
Imperdibile!!!
[gi]
14/05/2008