Da diverso tempo ci ripromettevamo di fare questa cosa ma per vari motivi l’occasione non vi era ancora stata… il caldo opprimente ha fatto maturare la decisione in fretta come un pomodoro dimenticato sul davanzale.
Abbiamo quindi pensato di offrire una cena ad un nostro fornitore… o meglio: a 2 dipendenti del fornitore particolarmente bravi, disponibili e volenterosi che nel corso del tempo ci hanno sempre sostenuto con la bontà del loro lavoro.
L’invito è ovviamente disinteressato e fatto con il Quore, nel senso che non si tenta di comprare i servigi di nessuno bensì di passare una felice serata tutti assieme…. scherzando e rimembrando gli aspetti grotteschi che sempre più spesso ci riserva la parte comune del nostro percorso professionale.
Sceglie quindi il locale il mio socio, amante della tradizione, della semplicità, delle cose veraci (proprio come lui… calza a pennello il detto “noi siamo quello che mangiamo”) e delle cene fuori porta… se non fa almeno 30 + 30 km di viaggio non sta bene (eh…che bello guidare, magari in collina/montagna, dopo una tappata seria… proprio uno spettacolo).
E’ una vita che non vengo da Leonelli ma non sono stupito di ritrovare le stesse cose: l’anziano con camicia a quadri sbottonata e canottierina canettata di lana creamcolor (bello bresco) appena oltre la soglia, l’omaccio che ostia contro la televisione nel (vano) tentativo di sistemarla, l’avventore che in modenese stretto commenta i fatti del giorno ed il cibo con improbabili similitudini, i giocatori di carte nei tavoli esterni che si lamentano in modo colorito quando perdono la Zucarèra (Asso di Coppe), il perlinato 70’s, le stesse ‘zdore sorridenti… Tutto così, proprio come lo avevo lasciato.
Il servizio è tutto al femminile, ragazza giovane + ragazza d’na vòlta, entrambe efficienti e molto alla mano… anche qui tutto come da copione, ti senti a tuo agio.
Ci accomodiamo all’interno e partiamo con le bevande: Rosso Fosco Secco Cantina di Formigine (3 bocce a fine serata) ed acqua (sempre 3 a fine serata). Non è uno dei Grasparossa che preferisco ma tutto sommato si lascia bere, e comunque a mio parere possiede un buon rapporto q/p.
Per ingannare l’attesa dei primi ci portano un cestino di mini gnocchini fritti (i ritagli della pasta)… li assaggio ma risultano duri ed unti… poco male.
Arriva quindi il bis di primi, le porzioni sono abbondanti (con un leggero vantaggio a favore dei tortelloni)… aspetto gradito da tutto il tavolo.
I tortelloni ricotta e spinaci burro & salvia sono gradevoli, pasta (finalmente) giusta di sale, buona consistenza, cottura uniforme, nessuna spappolatura in atto, si sente l’erba del ripieno (alleluia)…bene…bene.
I maccheroni alla boscaiola sono di forte impatto gustativo, forte predominanza numerica dei verdi sui bianchi (eh…anche i maccheroni fanno politica), rugosità/consistenza/gusto propri della pasta mi fanno propendere per una preparazione artigianale ben eseguita, sughetto saporito con funghi (secchi?). Quello che mi convince meno è la presenza della panna (che in genere amo poco)… secondo me anche senza il suo aiuto il sugo avrebbe legato ugualmente.
Nessun tortellone o maccherone sopravvive e torna a casa dalla propria famiglia, questo giro gli avversari sono troppo forti per loro.
Arrivano quindi: gnocco, tigelle (o crescentine, fate vobis), salumi misti (prosciutto, ciccioli, coppa, salame), formaggi (caciotta e parmigiano), lardo, costaiole di ninetto in umido, cacciatora di pollo.
Tigelle: buone, leggera crosticina croccante fuori e pasta morbida dentro, non piccole, non insipide, ben cotte… bene.
Lardo: buono, giusta misura di aglione (buono anche il Parmigiano grattugiato in abbinamento).
Parmigiano: piacevole sorpresa, stagionato e buono.
Costaiole: molto buone, molto cariche, cottura perfetta, tenere, carne che si stacca dall’osso senza contrasto alcuno… goduria.
Cacciatora di pollo: appena appena assaggiata, non valutabile.
Caciotta: discreta (una caciotta standard non può fare miracoli).
Salumi misti: premesso che il 90% di tigelle/gnocco le mangio con il lardo/umidi (si, lo so, sono un vizioso), assaggio comunque anche i salumi…. standard, non esaltanti. Prosciutto appena discreto, gli altri sufficienti… in particolare il salame, un po’ gommoso e senza carattere.
Gnocco: qui non ci siamo… duro, scuro, troppo unto ritenuto, se provi a piegarlo tutta la parte esterna si sbriciola in un sol colpo. Beh, pazienza… provo un secondo giro…. macchè, sempre uguale. Forse c’è un problema con la friggitoria… boh…
Peccato, il remember della coppia al salame scolastica stasera non andrà in onda causa default dei 2 attori principali.
Tutte le portate sono abbondanti, dei formaggi facciamo un generoso bis, gnocco e tigelle arrivano a profusione… tendenzialmente infatti non mi piacciono i posti dove per avere altre tigelle devi pregare in aramaico antico oppure ti chiedono il NUMERO ESATTO (ma che ne so…. tè pòrta in zà che dàp àg guardam!).
Arrivano quindi i dolci (anche in questo caso fatto un bis, il mio socio è una vera chiavica): crostata con marmellata e torta di cioccolato tipo tenerina.
La crostata non incontra molto il mio gusto: troppo cotta, troppa marmellata (non sono riuscito a capire di cosa, forse mista) in proporzione alla pasta e troppo dolce.
Con la torta al cioccolato va meglio, anche se a mio avviso si sente un po’ troppo un aromatizzante (Sassolino?) e comunque leggermente abbondante di zucchero.
Terminiamo con 2 caffè e la boccia di Aqua ed Rudiàn (grappa)che staziona sul tavolo, presenza rassicurante e sempre gradita.
Che dire… stasera qualche sbavatura c’è stata (quella del gnocco è più di una sbavatura, non all’altezza del ricordo, ma una serata storta può capitare, specie nel fritto)… tuttavia per la quantità di cibo servita, per il prezzo adeguato, per la varietà, per la simpatica informalità del locale, per l’atmosfera serena e gioviale che inevitabilmente si crea al tavolo direi che la valutazione corretta sia 3 cappelli.
Anche i nostri invitati bolognesi sono stati bene ed assieme abbiamo passato una bella serata.
Sicuramente ci ritornerò, magari facendo passare un po’ meno tempo… i nostri commensali si sono già autoinvitati ed il mio socio… beh… quello non c’è bisogno, si invita da solo!
Consigliato!
[carolingio]
09/08/2012
Me lo sono visto su Google maps... bar trattoria IN CURVA, attorniato da vecchi ruderi e da un pugno di case, porta de alluminio anodizzato anni 60 e insegna de plastica bianca e rossa, forse alla sera luminosa...
... se io fossi nato e vissuto 120 km. più a sud, forse sarei fisso lì a giocare a carte...