Sabato sera, prenotazione per le 21.00, tavolo per 2, mia moglie ed io.
Recensire questo posto è difficile. Seguendo i canoni classici, ci sono tanti motivi per dare 1 cappello.
Il locale infatti ha diversi problemi che lo rendono inadatto per chi non sa come vanno le cose al "ristorantino".
Il maestro del pesce ha concentrato i suoi sforzi sull'obiettivo di servire una cena completa di pesce di buona qualità ad un prezzo contenuto.
30 euro, dall'antipasto al limoncino, almeno il sabato sera, poiché credo che in altre serate (o a pranzo?) dia la possibilità di scelta fra 3 primi e 3 secondi, come ci pare di avere capito da un cartello appeso al muro, ad un prezzo "alla carta" a 10 euro al piatto.
Questo significa "digerire" alcune scelte unilaterali che non a tutti possono piacere:
- Menù fisso, non scritto, non annunciato. Bisogna fidarsi!
- Locale molto semplice, bruttino, luce al neon, pochi tavoli piuttosto vicini, cartelli scritti a mano appensi al muro che esternano la filosofia del
maestro del pesce.
- Temperatura freschina... è vero che fuori c'erano - 4 °C ma dentro un paio di gradi in più e qualche spiffero in meno, avrebbero fatto piacere a tutti.
- Nessuna possibilità di scelta dei vini. Bevi (e mangi) quello che ti porta, punto e basta.
- Tovaglia di carta, tovaglioli di carta, servizio molto semplice, ma 2 bicchieri per acqua e vino.
Ma ora vediamo perché merita 4 cappelli:
- il maestro del pesce è un signore di mezza età, credo napoletano, molto cortese e garbato che si occupa dell'unica saletta come se fosse il tinello di casa sua, parlando sottovoce e tenendo sottocontrollo tutti i tavoli. In cucina solo sua moglie, aiutata a tratti dal maestro che "sparisce" dalla sala per alcuni momenti.
- Acqua e vino a volontà. Senza chiedere nulla porta sul tavolo mezza di gassata, mezza di naturale e una bottiglia di vino della casa. Un dignitoso bianco fermo di 11 gradi, migliore di tutti i vini sfusi serviti nelle pizzerie. Se la bottiglia finisce il maestro del pesce ne porta un'altra. Vediamo chi cede prima!
- Antipasto misto: insalata di mare, una minibruschetta, alici marinate, frittella di bianchetti, pasta cresciuta, salmone marinato, cozza gratinata, sformato di melanzana...e poi non ricordo. Tutto molto buono, saporito, in microporzioni gradevoli. Un vero antipasto che ti prepara alla cena senza appesantirti.
- Linguine allo scoglio: con cozze, vongole, polpo, gamberoni. Il piatto è rosso, ovvero con pomodoro. Buono, si apprezza quel "qualcosa in più" che manca in molte pizzerie che si vantano di servire pesce... e intanto finisce la prima bottiglia di vino prontamente rimpiazzata. Il piatto torna in cucina pulito, dopo aver fatto la scarpetta con il pane che sembra essere fatto in casa.
- Grigliata mista di pesce. Scusate ma non ricordo bene. Una buona porzione di due filetti di pesce, alla piastra: uno cotto perfettamente (non è facile),
saporito e morbido, l'altro un po' anonimo e troppo secco. non ricordo (ma credo di si) se ci fosse anche un Gamberone (la seconda bottiglia di vino era già a metà!).
- Fitto misto: ciuffi di calamaro, anelli, tanti pesciolini, merluzzetti e trigliette. Ottimo. Raramente ho mangiato un fritto tanto saporito, croccante e leggero.
- dolci: nello stesso piatto un dolce con crema limone e pan di spagna e una ottima zuppa inglese.
- Il maestro ci chiede se vogliamo il caffé con la moka, ma noi rifiutiamo per questioni di insonnia, allora ci porta 2 limoncini. Buoni, non molto alcolici,
ma nulla a che vedere con i limoncini commerciali.
Tutti i piatti, dolci compresi sono serviti in porzioni individuali, ad eccezione del fritto misto che era in un piatto centrale da condividere.
Come recita un cartello appeso al muro: al ristorantino si passano 2 ore mangiando e non pensando a niente.
Aggiungo io che non devi neanche sforzarti di scegliere, visto che non puoi!
Sono convinto che la prossima volta il menù sarà diverso, in base a quello che si trova al mercato del pesce.
Non prendetemi alla lettera, ma il paragone che mi viene spontaneo è quello con ERMES (naturalmente in versione partenopea). Come due fratelli separati alla nascita che però hanno nel DNA la stessa filosofia di gestire un locale. E' chiaro che il mito di Ermes è irraggiungibile, ma non ho trovato un paragone più calzante per descrivere la cena. I punti di contatto sono tanti: lui in sala e la moglie in cucina, prezzi contenuti come prima preoccupazione, qualità buona, vino a volontà, ambiente casalingo non proprio curato, qualche disagio ma tanta, tanta sostanza.
Io di cappelli ne assegno 4. Abbiamo passato un sabato sera gradevole e tranquillo, chiacchierando amabilmente, mangiando bene e spendendo poco.
Non mi stupirei di vedere altre recensioni che assegnano 1 o zero cappelli. Tutto dipende dalla mentalità con la quale si affronta la cena.
2 ore a tavola, 4 portate senza lunghe attese, 2 bottiglie di vino, limoncino, 30 euro a testa, arrivederci e grazie.
Consigliatissimo!!
[Lisus]
16/01/2012