Io e il mitico Itxita eravamo diretti alla Rana per il pranzo, quando abbiamo appreso con sgomento che e' chiusa per ferie.
Essendo gia' da quelle parti, abbiamo dirottato verso l'aeroporto di Marzaglia, e vi anticipo subito che abbiamo fatto bene!
Erano le 13.30 e c'erano 4 o 5 tavoli occupati, la grande sala unica ne conta, a occhio, una ventina. Per il caldo di oggi, direi che era l'ambiente ideale: una struttura in legno, tipo una tettoia chiusa con le pareti, con tutte le finestre e le porte aperte, e un'arietta meravigliosa che rinfrescava e ben predisponeva al pranzo. Ci sono anche alcuni gazebo esterni, e la sera dev'essere una meraviglia cenare li'.
La gentile cameriera con una velocita' impressionante in un baleno ci prepara il tavolo (con apparecchiatura non molto diversa dalla Rana) e chiede cosa prendiamo da bere: un'acqua e un grasparossa, che arrivano all'istante al tavolo belli ghiacciati, ottimo.
Con la stessa velocita' ci viene esposto a voce il menu, che consiste in 3 primi e 4-5 secondi, tra cui scegliamo gramigna con ragu' di salsiccia e salsicce alla griglia con patatine fritte (sempre per stare leggeri e freschi..).
Il primo arriva con gran rapidita', la cottura non e' il massimo, il condimento pero' e' buono.
Il secondo invece molto gradevole, la salsiccia e' buona e grigliata al punto giusto, le patatine fritte perfettamente e non unte.
Due caffe' e due nocini freddi a completare il tutto.
Siamo rimasti un bel po' a fare delle chiacchiere, e nonostante fossero quasi le 15 non ci hanno dato nessun segno di fretta nel mandarci via, il che ha contribuito a lasciare un bel ricordo, oltre al conto che ci ha piacevolmente sorpreso: 14 euro a testa!
(se la pasta fosse stata cotta meglio, erano 4 cappelli di sicuro)
Decisamente da tornarci!
Consigliato!
[Alighieri]
29/07/2008
Nessun vino, nemmeno gli Spumanti o i bianchi frizzanti, va mai servito a temperature al di sotto dei 7 - 8 °C: questo spegnerebbe irrimediabilmente i profumi e gli aromi, varietali e non. Allo stesso modo un vino non va mai servito ad una temperatura superiore ai 20 °C, nemmeno i rossi più maturi, strutturati ed importanti, e nemmeno i vini passiti o i vini liquorosi, pena una pesantezza di aromi e sensazioni gustative, che può arrivare alla percezione di sensazioni addirittura stucchevoli per i vini dolci. Eppure il problema della temperatura di servizio di un vino è molto diffuso, nel senso che veramente pochi sono i ristoranti dove essa viene rispettata. A volte si assiste addirittura ad esagerazioni come un Lambrusco di Sorbara servito ad una temperatura di frigorifero, quindi 2 - 4 °C una sera d'inverno quando con un amico andammo a mangiare gnocco fritto e tigelle in un locale a Modena città. Una cosa veramente imperdonabile... ma d'altra parte, alla mia rimostranza, la titolare rispose: "Quasi tutti lo chiedono così..." Purtroppo manca soprattutto la cultura del vino, la cultura del bere bene, non soltanto la quantità, ma la qualità del bere. Scusami e grazie per l'attenzione.