Cosa ci fa un ristorante toscano a Sappada? Per di più con un nome assolutamente alpino? In realtà la storia ci insegna che all’epoca della I° Guerra Mondiale i sappadini, dopo Caporetto, dovettero abbandonare la loro città e vennero ospitati in diverse località della toscana: un legame quindi esiste!

Il locale è spazioso, il tovagliato in stoffa pesante, tanto legno, come in quasi tutti i ristoranti della zona, ma qui si vede che si cerca di dare un po’ più di classe, di essere un po’ meno “alla buona”.

Dopo aver preso l’ordinazione, la cortese cameriera ci porta un’entrée a base di crostini di fegato.

Decidiamo per un antipasto toscano da condividere, un bel piatto contenente finocchiona, lardo di colonnata, prosciutto toscano, coppa di teste, pecorino e mostarda, un piatto splendido ed abbondante, salumi di ottima qualità, partiamo benissimo.

Quindi optiamo per tre primi, come spesso accade ognuno diverso:

gnocchi di patate caprino e pinoli, delicatissimi, in cui l’acidulo del caprino si sposa alla perfezione con l’abbondante manciata di pinoli;

ravioli al coniglio, il ripieno e soprattutto il condimento sono assolutamente delicati, bella scelta;

pappardelle al cinghiale, e qui raggiungiamo la perfezione, doga spessa e larga, cottura al dente, sugo abbondante e forte, piatto da ovazione, sono pentito di non aver preso un bicchiere di rosso corposo ma di essermi accontentato di una bottiglia d’ acqua frizzante.

Terminiamo così, senza dolce né caffè.

Qualche perfezionamento nel servizio, che ho visto un po’ “sfasato” in un momento di “poca affluenza”, per il resto, fatto salvo l’originalità di trovare questo tipo di cucina in un paese alpino, è filato tutto alla perfezione.

Sarebbe da mettere alla prova sui piatti di carne presenti nel menù ma, in tutta sincerità, io preferisco mangiare i piatti tipici della regione in cui mi trovo e qui non siamo dalle parti di Firenze per cui ci sta una divagazione sul tema, senza prenderci l’abitudine.

Consigliatissimo!!