Le serate speciali non possono non essere ricordate. Gustamodena non è solo il punto di incontro virtuale di tante persone che vogliono rendere merito ai ristoratori o proporre loro carenze e spunti per utili riflessioni. Gustamodena è anche il luogo dove tanti appassionati della buona tavola si pongono in relazione con chi forse non incontreranno mai, affinchè un’esperienza felice possa essere anche patrimonio di altri, o perché un disguido o problema che hanno vissuto non si ripeta, tutto a vantaggio di tutti.
Cosa succede quando l’orizzonte della scrivania illuminata dal monitor diventa invece la sala di un bel ristorante illuminata da splendidi piatti? Cosa succede quando i pensieri del nostro interlocutore, con il suo nick che ricorda i personaggi di un cartone animato, non è più un messaggio rinchiuso in una nuvoletta, ma una voce, uno sguardo od un sorriso? La mano è tesa in entrambi i casi, ma stavolta possiamo stringerla, avvertire che trasmette il piacere di una compagnia, di una nuova conoscenza. Quando poi tutto ciò si svolge nella cornice di un ristorante che mette a disposizione degli ospiti un servizio attento, una cortesia sincera, non affettata, dei cibi preparati con cura e grande abilità, tutto questo rende la serata davvero speciale.
Eppure ciò che ho descritto non è ancora tutto, perché a completare come nessun altro avrebbe potuto una serata perfetta ed indimenticabile, è arrivata anche la cara giovane Tanya, che da tempo aspettava di regalare il suo splendido sorriso a tanti nuovi amici, e una vera autentica gioia a chi come me, Mira e Marco, da tempo desideravano che alle cure di mani spesso sconosciute, seppur amorevoli, si sostituisse una serata già speciale che è diventata per tutti noi, anche per questo, la lezione di un inno alla vita.
E’ questo quello che è successo ieri sera, e come sempre le parole sono inadeguate a rappresentare i colori e i suoni che ci regalano emozioni irripetibili. Forse con una premessa di tanta importanza, come la presenza della cara Tanya, qualsiasi serata sarebbe stata indimenticabile, ed è proprio questo che la rende unica, perché gli splendidi amici di Gustamodena, l’arte di Vinicio, squisita in tutti i sensi, del figlio Riccardo, di una cordialità impeccabile, e del personale di sala, gentile ed efficiente insieme, ha arricchito di perfezione ciò che già sembrava aver raggiunto il culmine del compiuto.
La cena è iniziata con delle tartine con uova di quaglia, gamberetti con maionese e prosciutto cotto con salsina. Sono seguite altre leccornie, come anelli di cipolla fritti, erbazzone, frittelline di baccalà e palline fritte, tutto molto buono ma soprattutto in grado di stuzzicare, qualora fosse stato possibile, il nostro appetito e le nostre aspettative.
Porzioni sufficienti a premettere a tutti più che un assaggio, con le eleganti alzatine ben distribuite tra i presenti. Ad accompagnarle, ma per qualcuno è stato il contrario … , un franciacorta Brut – Villa Badia, color oro, sapido e fresco.
Questo ottimo bianco ha accompagnato anche i primi, entrambi sorprendenti, per la presentazione e l’abile originalità della preparazione. Con il primo è stato servito ” salmone marinato con riso venere”. Ottimi filetti di salmone marinato su “credo” noodles e riso nero, con erbette profumate che davvero non sono stato in grado di riconoscere, il tutto su un piatto di portata molto scenografico di forma allungata rettangolare. Un arcobaleno di colori, profumi e sapori orientaleggianti, che mi ha realmente sbalordito per la sua bontà. Ho anche molto apprezzato la generosa quantità delle porzioni, soddisfazione non motivata tanto dalla fame, ma dalla mia drastica disapprovazione della snobistica consuetudine di pensare che la qualità debba necessariamente sposarsi col digiuno. Il mio parere conta poco, però mi permetto di dire anche per questo: bravo Vinicio!
Il piatto che è seguito, denominato “Uovo in raviolo” mi ha ancor più sorpreso. Un Grosso raviolo ripieno giaceva su un piatto che a stento lo conteneva, sopraffatto dal “peso” di diverse scaglie di tartufo bianco. Anche qui sono rimasto ancor più sbalordito quando nel tagliarlo si è presentato alla mia vista, oltre il classico ripieno, un rivolo denso di rosso d’uovo, che lentamente è diventato protagonista della scena.
Con grande gentilezza e professionalità, Riccardo ci ha spiegato la tecnica che ha permesso all’uovo di diventare “ripieno” senza disfarsi, attraverso un accurato processo di separazione dal bianco, raffreddamento, impanatura e breve e sapiente frittura finale del tuorlo. Preparazione superlativa e fantastica somma di sapori intensi e profumati.
Come secondo è stata servita “tacchinella con frutta e castagne, tortino di patate profumato con rosmarino e salvia”. Due abbondanti fette di tenero rollè di tacchino, ripieni di frutta secca e castagne, con contorno di datteri, mostarda e sottili fette di patate croccanti e sovrapposte a tortino. Anche questo un piatto splendido, valorizzato dalla sapiente presenza, solo apparentemente contraddittoria, di dolce e salato, prodotti naturali e sapori elaborati, in un felice matrimonio di gusti diversi. Il secondo è stato accompagnato da un vino rosso dell’azienda agricola Tramin, dell’Alto Adige, ”Hexenbichler” anno 2012. Un vino realizzato con vitigno “Schiava” e in piccola parte “Lagrein”, dal colore luminoso e dal gusto gradevole e fruttato.
Il dolce non è stato da meno, in quanto a contaminazione di sapori e colori. Ci è stata servita così una “zuppetta di more con macaron farcito al limone, gelato di fragole e tortino al lampone”. Stavolta la denominazione descrive anche il piatto, ma per sapere della sua bontà vi invito a provarlo direttamente sul campo!
Per finire sono stati serviti tranci di panettone con torrone ricoperto alla vaniglia e “cioccolatoni” con svariati ripieni e vassoi pieni di frutta esotica già tagliata, un festival di colori e sapori pronti per essere gustati. Il dolce è stato accompagnato da un delizioso vino da dessert “Liquorvino Ala Amarascato” Duca di Salaparuta. Un nettare squisito, sulla cui origine è sorta una leggenda amorosa che vi invito a leggere in rete. Caffè e amaro per tutti ci ha alla fine convinti di aver finito. Dopo tante soddisfazioni il palato ha parlato al cuore, che ha risposto: è stato proprio bello esserci.
Il contesto di un’ ambiente esclusivo a noi riservato ha ancor più valorizzato la serata, ma la raffinatezza degli arredi, la bellezza delle sale è stata davvero completa perché ha fatto da sfondo alla eleganza dei modi e del servizio, accurato e preciso ma senza snobismo, senza generare sottintese gerarchie tra ospiti ed ospitati, senza provincialismo.
Forse in fondo i presenti lo hanno meritato, aderendo alla serata da Vinicio senza aver avvertito il bisogno di conoscere nel dettaglio di quali e quante portate si componeva il menù. Forse questa fiducia, che ben si sposa con il desiderio di scambiarsi gli auguri e di condividere un breve tratto del proprio tempo, ha ancor più ispirato il servizio e la cucina, permettendoci di assistere ad un crescendo di sapori, colori e bontà che ha sorpreso anche chi, come me, aveva già una grande stima delle capacità di Vinicio.
Come spesso mi è capitato di sottolineare, la professionalità non è solo capacità, preparazione, ma anche arte, passione e soprattutto sensibilità umana, predisposizione verso gli altri. E’ questo che, grazie anche alla preziosa presenza di Tanya e di tanti amici gustamodenesi, ci ha regalato il ristorante Vinicio ieri sera: una cena esemplare, che tutti quelli che come me non sanno separare la buona tavola dal piacere di una squisita compagnia, ed i gusti del palato dalle emozioni dell’animo, hanno raccolto come una lezione che ci aiuta a guardare alla vita come un futuro possibile.
Imperdibile!!!
[Lisus]
11/12/2013